Chapter 20: MEZZI DI SUSSISTENZA GIUSTI E INVESTIMENTO SACRO

 – traduzione di Giuliana Ruberti

Abbiamo vissuto la nostra vita secondo il principio che ciò che era un bene per noi lo fosse anche per il mondo. Ci siamo sbagliati. Dobbiamo modificare le nostre esistenze così da rendere possibile la vita sulla base del principio opposto, cioè che ciò che è bene per il mondo sarà bene anche per noi. Questo richiede che noi facciamo lo sforzo di conoscere il mondo e imparare ciò che è buono per esso. — Wendell Berry

La ricchezza in eccesso è un lascito sacro ed il suo possessore è tenuto ad amministrarlo, nel corso della sua vita, per il bene della comunità. — Andrew Carnegie

 

IL DHARMA DELLA RICCHEZZA

Cerchiamo di essere chiari : lo scopo della non-accumulazione non è quello di discolparsi dai crimini di una civiltà basata sul denaro. Questo è solamente egocentrismo. Non accumulerai dei punti di virtù per la povertà; la non-accumulazione non è un bene di per sé. L’obiettivo è godere della vera ricchezza, la ricchezza della connessione e del fluire piuttosto della contraffatta ricchezza dell’avere. Ma che fare se avete una ricchezza che eccede le vostre possibilità di condividerla nel normale fluire della vita ?

A una persona coscienziosa, tale ricchezza può sembrare più un fardello che un dono. Siamo tenuti, e ci fa piacere fare buon uso di ciò che ci è stato dato. La ricchezza non fa eccezione. Quelli che sono stati benedetti e maledetti dall’avere molto, non hanno motivo di abdicare al dovere che ognuno ha di non sprecare i doni, le responsabilità e le opportunità di servizio che abbiamo dal momento in cui siamo nati. La ricchezza in eccesso, sia ereditata dalla famiglia o acquisita in un’epoca precedente della propria vita, porta con sé il desiderio di farne buon uso.

Questo è un Dharma, una chiamata al servizio. Scialacquarla in sciocchezze, darla via senza senso o dedicarsi solo ad accrescerla sono tutti modi per rifiutare questa chiamata. La sfida che ci pone un’eccessiva ricchezza è condividerla in un modo che sia davvero bello. Potrebbero volerci anni o decadi o piani a lungo termine e la creazione di un’intera organizzazione o potrebbe accadere attraverso un’unica azione di generosità. Entrambi sono i tipi di investimento allineati con l’economia del futuro, in cui acquisti status attraverso il dare e non attraverso il possedere e in cui la sicurezza non deriva dall’accumulazione ma dal fluire.

Si tratta di una mentalità completamente differente rispetto al paradigma tradizionale dell’investimento che noi concepiamo come aumento della ricchezza.

Inizialmente io pensavo che dovessimo eliminare la parola e il concetto di investimento. Ora penso alla sua etimologia: significa vestire, come se prendessimo delle monete nude e le mettessimo in vestiti nuovi, in qualcosa di materiale, in qualcosa di reale nel mondo fisico o sociale.  Il denaro è potenziale umano nudo – energia creativa che non è ancora stata vestita con costruzioni sociali o materiali.

L’investimento giusto è abbigliare il denaro in vesti sacre : usarlo per creare, proteggere e sostenere le cose che oggi sono diventate sacre per noi.

Questi sono i concetti che formeranno l’ossatura dell’economia di domani. L’investimento giusto è quindi allenarsi per il mondo che sta arrivando, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista pratico. Ci si abituerà a una nuova concezione della ricchezza – troveremo canali per dare produttivamente e per rinforzare questi canali, di modo che persistano anche ora che l’attuale sistema monetario collassa.

Il denaro così come lo conosciamo, sparirà, ma le relazioni basate sulla gratitudine e sul ricambiare resteranno.

Se indulgerete un po’ in una speculazione poetica, ciò che io ho detto nel paragrafo precedente è vero anche per l’altro mondo che verrà, quello dell’oltretomba. Non è necessario che crediate nell’immortalità per capirlo. Immaginatevi sul letto di morte mentre realizzate che non potrete portare nulla con voi. Così come gli investimenti finanziari non sopravviveranno al collasso economico, altrettanto la fine della nostra vita significa la fine di tutto il nostro accumulare. In quel momento che cosa vi darà gioia ? Il ricordo di tutto ciò che avrete dato. Nel momento della morte porteremo con noi solo ciò che abbiamo dato. Altrettanto nella cultura del dono questo è il significato della nostra ricchezza. Con  il dare accumuliamo tesori nei cieli. Quando ci fondiamo con il Tutto riceviamo quello che abbiamo dato a tutti. Per le persone che hanno pochi soldi, il modo più bello è quello di usarli per nutrire se stessi e i propri figli e soddisfare certe necessità basilari della vita. Al di là di se stessi e dei propri  cari, un buon uso del denaro, richiede ciò che noi chiamiamo “investimento”. In un’economia sacra, l’investimento ha un significato opposto a quello attuale. Oggi, investire, è ciò che le persone fanno per preservare la loro ricchezza. In un’economia sacra è ciò che facciamo per condividerla. La non accumulazione è un concetto così semplice che anche un bambino è in grado di capire. Si tratta di : “ Io ho più denaro di quello che riesco a usare, quindi permetterò a qualcun altro di usarlo”.

Questo è un investimento o un prestito. E la banca o qualche altra forma di investimento è un insieme di persone dedite a trovare qualcun altro che lo usi quel denaro. La banca, in una dimensione sacra, deve avere lo scopo di “ aiutarti a trovare qualcuno che userà il tuo denaro in un modo bellissimo”. Io una volta  ho detto questa cosa a un banchiere, incontrato a una conferenza, e gli sono venute le lacrime agli occhi – lacrime di comprensione dell’essenza spirituale della sua professione.

Fra 10.000 anni, quando il denaro sarà una cosa così diversa da ciò che è oggi, potremmo non riconoscerlo più neanche come denaro, ma l’idea base dell’investimento, resterà.

Questo perché, grazie alla sostanziale abbondanza dell’universo e all’infinita creatività umana, avremo continuamente accesso a un flusso di doni che supereranno le nostre necessità immediate. Avremo sempre l’occorrente – e sempre di più – per creare meraviglie attraverso lo sforzo umano collettivo e in collaborazione con la Madre Terra. Al livello più basilare, l’investimento sacro è semplicemente la canalizzazione intenzionale di questa super abbondanza in uno scopo creativo.

Inizia con la soddisfazione dei bisogni di base e si sviluppa nella creazione della bellezza.

RUBARE A PIETRO PER DARE A PAOLO

Il giusto investimento manifesta lo spirito del dono. Sfortunatamente gli attuali tipi di investimento portano in sé la concezione opposta, sia che siano motivati dal estrarre ricchezze e non dal conferirle, sia nel caso in cui il dono di ritorno sia specificato in anticipo o reso obbligatorio, o tutte e due le cose al tempo stesso. Si dice .” Io ti darò in uso questo denaro ma solo se tu me ne darai indietro di più”.

Sia che si tratti di un investimento equo che di un prestito, ci si sta approfittando dell’esclusivo possesso di una risorsa scarsa, con l’obiettivo di controllarla sempre di più.

Un altro modo di vedere la faccenda è quando l’impulso a restituire non viene dalla gratitudine. A dispetto di quanto dice  il messaggio di rapporto annuale, i direttori delle aziende quotate in Borsa, non determinano il pagamento dei dividendi in base allo spirito della gratitudine verso i loro milioni di sconosciuti investitori.

Ma anche prima che l’economia comprenda i principi base cristallizzati nel dono, noi possiamo iniziare a vivere secondo questi principi.

Il giusto investimento – l’investimento in accordo con lo spirito  e la logica del Dono – è possibile già da ora. L’idea che vi offro diventerà molto ovvia dopo la transizione a una nuova economia e i concetti di questa economia -il Sé connesso e l’Amore per la Terra – la sosterranno.

Al giorno d’oggi applicare queste idee richiede fede, visione e coraggio.

Non riceverete l’approvazione di nessuna delle persone o delle istituzioni che  sono ancora immerse nella vecchia storia. Dal loro punto di vista, ciò che io vi sto presentando è folle.

Ciò che sto per descrivere è molto più radicale di un “investimento socialmente consapevole” o di un “ investimento etico”.

Certo queste idee sono passi nella direzione giusta, ma albergano in sé una contraddizione. Cercando un ritorno finanziario in attivo, perpetuano la conversione del mondo in denaro.

Gli investimenti tradizionali, perfettamente difendibili nel contesto dell’Ascesa, cercano di contribuire alla crescita del regno monetario e di guadagnarne una parte come ricompensa. La speculazione capitalista identifica alte opportunità di crescita e le finanzia con denaro per renderle fruibili. In uno stato di costante decrescita economica, questo modello non è più adatto, e non viene più sentito adatto per un numero crescente di investitori che si orientano verso un obiettivo d’investimento differente: la riparazione anziché un più efficiente sfruttamento dei beni naturali e dei beni comuni.

Permettetemi di ribadirlo in modo diverso:  gli investitori non fanno soldi in tali attività di riparazione. Qualsiasi schema di “ investimento sociale consapevole” che prometta un tasso di ritorno normale, dice il falso, scientemente o no. Lo spiego con due esempi.

Dopo una conferenza, una signora molto illuminata e compassionevole, impegnata negli investimenti socialmente consapevoli, protestò: “Sicuramente non tutti gli investimenti profittevoli contribuiscono alla liquidazione dei beni comuni. Cosa succede se io investo in un’azienda che ha nuove, grandi invenzioni, per es. per fare un caricabatterie portatile fotovoltaico? Io aiuto quella compagnia a capitalizzare, vendono un sacco di apparecchi, tutti guadagniamo un sacco di soldi e anche il pianeta ne trae beneficio”. Giusto, ma se l’azienda vende gli apparecchi a un prezzo più basso ( per es. alto abbastanza per finanziare R&D – Ricerca e Sviluppo – e il reinvestimento del capitale) , il pianeta non ci guadagnerebbe di più rendendo l’apparecchio più accessibile ? L’obiettivo di pagare interessi o dividendi agli investitori, di dargli un tasso di ritorno positivo, è in contrasto con l’obiettivo che rende la ditta socialmente o ambientalmente “consapevole”.

Per maggiore chiarezza – non sto suggerendo che gli imprenditori si mettano fuori dal mercato vendendo a prezzi di fallimento. Sto parlando di investire, non di guadagnare. Una cosa è ricevere ricompense per aver fatto un buon lavoro nel mondo, un’altra è aggiungere denaro a denaro per il semplice fatto di possedere denaro. Nell’esempio sopra, sarebbe bello far pagare abbastanza per rendere il prodotto vitale, pagare bene gli impiegati, finanziare l’espansione e la ricerca e così via.

Ma oltre a questo le corporations, le grandi imprese devono guadagnare una somma aggiuntiva, quella che devono dare agli investitori sotto forma di interessi o dividendi. E questa somma aggiuntiva da dove viene ? Dallo stesso posto da cui vengono tutti i soldi al giorno d’oggi : dagli interessi sul debito e dalla trasformazione del mondo in denaro.

Così se tu davvero vuoi contribuire al bene del mondo, non chiedere un ritorno del tuo investimento. Non tentare di dare e di prendere allo stesso tempo. Se vuoi prendere ( e puoi avere le tue buone ragioni) prendi ma non far finta che stai dando. Il secondo esempio renderà la cosa più chiara. Considera uno dei più bei investimenti di tipo socialmente consapevole : i micro prestiti alle donne in Sud Asia.

Questi programmi, apparentemente, hanno avuto un grande successo, dando forza alle donne in India e Bangladesh con un nuovo modo di guadagnarsi da vivere e un bassissimo tasso di prestiti non restituiti. Se c’è un esempio di fare bene e fare il bene è proprio questo. Presti 500 dollari a una donna per comprarsi una mucca da latte. Lei vende la mucca ai suoi compaesani e guadagna abbastanza per  mantenere la famiglia e pagare il prestito con gli interessi. Sembra bello, ma considera per un momento da dove viene il denaro da restituire ? Viene dai compaesani. E dove l’hanno preso ? L’hanno preso vendendo qualche altro bene o servizio – in altre parole – attraverso la conversione di alcune parti dei loro beni comuni sociali o naturali in denaro, così come è descritto nel Capitolo 4.

L’effetto è lo stesso dell’infame “hut tax” la tassa sulle baracche, che gli Inglesi ( e altri imperi coloniali) usavano per distruggere le auto-sufficienti economie locali in Africa, durante l’era coloniale. Era semplicemente una tassa annuale, pagabile solo in moneta locale, che costringeva gli indigeni a vendere il loro lavoro e i loro beni locali per avere quel denaro. Le economie locali velocemente crollarono ed essi divennero un mercato per i beni prodotti dagli Inglesi e un serbatoio di mano d’opera e di materiali grezzi. Dalla sua mucca la donna ricava molto più latte di quel che le serve per la sua famiglia. A chi darà il surplus ?  Siccome deve ripagare il prestito, che le piaccia o no, dovrà vendere il latte solo a quelli che sono in grado di pagarglielo. Se la mucca fosse stata gratis e lei non avesse avuto urgenza di guadagnare denaro, avrebbe potuto distribuire il latte attraverso i canali tradizionali della rete dei doni. Con un obbligo finanziario che le penzola sul capo, lei non può farlo, neanche se volesse. Seguendo questo filo, chi sono quelli in grado di pagare il latte ? Quelli che hanno guadagnato del denaro. Quelli che hanno bisogno di latte non possono averlo se vivono sostanzialmente in un economia basata sul dono. L’ingresso nel villaggio di un nuovo tipo di “business” lo allontana dalla tradizionale rete di reciprocità e lo spinge verso il mondo del denaro. Se non fosse per gli interessi, l’infusione di 500 $ nella comunità non sarebbe una brutta cosa.

Spesso succede nelle comunità moderne impoverite che le persone hanno beni e servizi da scambiare ma mancano loro gli strumenti a causa della distruzione della cultura del dono.

Il primo proprietario della mucca potrebbe usare il denaro ricavato dalla sua vendita per pagare i compaesani per cose di cui necessita, e quando il denaro finalmente arriva alla donna che ha acquistato la mucca, molti bisogni sarebbero stati soddisfatti e nulla sarebbe andato sprecato. Anche se tutto il denaro andasse indietro all’investitore, alla fine il villaggio non avrebbe perso denaro. Se il prestito ha gli interessi, la storia cambia completamente. Fare un prestito, a questa donna, con gli interessi  equivale a cavar fuori soldi dal suo villaggio. Immagina di pensare : “ Ah in questo villaggio c’è della ricchezza che non è ancora stata convertita in denaro. Adesso ne prenderò un po’. Li renderò miei schiavi indebitandoli”. Non è un impulso caritatevole. Uno degli aspetti attraenti della moneta locale è che questa assicura che il denaro resti nella comunità. Un prestito con interessi fatto in una moneta estera convertibile in moneta locale fa l’opposto : succhia i soldi dalla comunità. La donna vende il latte a un casaro locale che vende formaggio a un falegname che costruisce una stalla per la mucca e così via. Il denaro circola ma non resta nella comunità per sempre perché il debito dev’essere ripagato. Così come per gli interessi, questo può essere pagato solo se la popolazione locale vende qualcosa al mondo esterno. La pressione sulla donna a ripagare gli interessi si è trasferita nella comunità sotto forma di prezzo del latte. Questa è la pressione che costringe le persone nei paesi poveri a lavorare nelle fabbriche e nelle piantagioni. In un’economia monetizzata, in cui le tradizionali reti del dono sono state distrutte, hai bisogno di denaro per vivere. Puoi vendere qualunque cosa – il tuo lavoro, il tuo tempo, il tuo ambiente – pur di averlo.

Gli economisti ti diranno che se l’economia cresce più velocemente del tasso d’interesse sul prestito per la mucca ( o per la totalità dei prestiti concessi al villaggio) il villaggio pagherà mutuo e interessi e diventerà ancora più ricco. In altre parole, se l’intero villaggio, come la donna con la mucca, venderà nuovi beni e servizi a un prezzo più alto di quello del tasso d’interesse, sarà in grado di fare i suoi pagamenti e di prosperare. Ma ora la stessa domanda si ripropone : da dove viene il denaro ? Su un piano globale gli investimenti basati sulla riscossione degli interessi costringono alla competizione e all’impoverimento senza fine dei beni comuni sociali, naturali, culturali e spirituali – è la conversione dell’economia del dono in economia monetaria. E’ ovvio che l’investimento sacro  ha poco a che fare con la creazione di profitti. Se vuoi aiutare il villaggio allora regala una mucca alla donna. O se lei per il suo amor proprio, vuole pagarla, prestale i soldi a zero interesse ( che è un modo di usare il denaro come dono). Se tu invece ci tieni molto a incrementare la tua ricchezza, allora dedicati a quello e lascia perdere ogni finzione. Il proverbio dice il vero : non puoi servire due padroni. In entrambi gli esempi, a un certo punto gli obiettivi contrastanti vengono a galla e uno deve scegliere se servire Dio o Mammona. Ma questa scelta non sarà più pertinente con l’economia sacra. Le due cose saranno unite – parte di una più generale riunione degli opposti che spiega la frase “L’Età della Riunione” per descrivere il tempo che verrà.

Gli investimenti socialmente consapevoli che promettono un buon tasso di ritorno sono “rubare a Pietro per pagare  Paolo” – con una commissione sulla transazione a proprio favore. Spero che la precedente spiegazione non fosse necessaria alla maggior parte dei miei lettori. Dopo tutto, il buonsenso ci dice che c’è un problema nell’idea di fare un buon lavoro motivato dal profitto. Il profitto può qualche volta arrivare incidentalmente, ma un dono che arriva con una richiesta obbligatoria di dare un dono più grande in cambio, non è affatto un dono ma un trucco o un saccheggio. E’ proprio davvero quello che tu sei a rafforzare una gelida separazione nella tua vita tra gli affari e le altre relazioni umane ? Quando investi denaro con l’interesse, stai indirettamente partecipando a dire  a qualche poveraccio : “Non m’interessa cosa devi fare per averli – dammi i soldi !”. Il tuo certificato di deposito è la minaccia di pignoramento sulla testa di qualcun altro. Non puoi agire come Ebenezer Scrooge, ma stai pagando qualcun altro per farlo. Se gli investimenti che producono interessi sono fondamentalmente non etici, contribuendo alla spogliazione dei beni naturali e sociali, allora non dovremmo investire denaro con interessi di ritorno. La stessa cosa vale per investimenti che portino all’espansione del regno delle merci e dei servizi. Come investitori socialmente consapevoli non vogliamo contribuire alla monetizzazione della vita e della natura. Non si scappa da questo principio. Occasionalmente ricevo mail da persone dell’industria finanziaria che leggono i miei scritti e mi descrivono le loro idee sugli investimenti socialmente consapevoli. Ora io propongo la mia idea: un investimento che abbia , come obiettivo esplicito, un ritorno zero sull’investimento. Chissà perché, nessuno dei professionisti finanziari che mi aveva scritto, mi ha più contattato in seguito ! In un economia a interesse-zero, lo zero ritorno dell’investimento sarebbe considerato un bene. Non sto sostenendo un età dell’altruismo in cui dimenticare i vantaggi personali per il bene comune. Piuttosto prevedo una fusione fra i benefici personali e il bene comune. Per es. quando io do del denaro a persone della comunità locale in cui vivo,  creo sentimenti di gratitudine che possono motivare un dono di ritorno per me o per qualcun altro. In ogni caso ho rafforzato la comunità che mi sostiene. Quando siamo radicati in una comunità di doni, noi naturalmente indirizziamo la nostra gratitudine non solo verso la persona che ci ha dato ma verso tutta intera la comunità, e ci prendiamo cura dei membri più bisognosi ( il dono cerca il bisogno). Il nostro desiderio di dare può trovare espressione nel donare a qualcuno nella comunità anche se non ha dato niente a noi. Tuttavia possiamo vedere ogni dono, perfino quello che non si aspetta di essere ricambiato, come una forma di “investimento”. Abbiamo preso del denaro nudo e l’abbiamo vestito , se è un buon investimento, con dei begli abiti. Un  investimento disgraziato è vestito di brutti abiti. E’ così semplice.

Il denaro degli interessi passivi del futuro  allineerà  lo spirito del dono con l’interesse economico individuale e i prestiti a zero interesse non verranno più visti come un sacrificio. Dopo tutto tenersi stretto il denaro porta un ritorno che è meno di zero. Nel tempo che ci resta prima che questo sistema venga applicato, ci sembrerà  irragionevolmente contro l’interesse individuale, prestar soldi senza gli interessi o regalarli. Questo è comunque un ben miope interesse individuale perché l’attuale sistema monetario si disintegrerà nel giro di pochi anni, mentre i legami di gratitudine creati dal dono persisteranno oltre ogni tumulto sociale. Se sei preoccupato della fine del Petrolio o di altri scenari del collasso, la miglior sicurezza è nasconderti in una organizzazione di doni. Comincia col donare adesso. Dieci milioni di dollari possono diventare solo carta straccia in pochi anni. Questo è un altro modo per far sì che ciò che tu dai in “questo mondo” sia il tuo tesoro nel prossimo. Se vuoi creare un mondo di abbondanza, un mondo di gratitudine, un mondo di doni, puoi cominciare usando l’attuale denaro, intanto che esiste, per creare più gratitudine nel mondo. Se avremo un  serbatoio di gratitudine abbastanza grande, allora la nostra società potrà resistere a tutto. Inoltre, viviamo in in un mondo di sostanziale abbondanza, che noi, attraverso le nostre convinzioni e cattive abitudini, abbiamo reso artificialmente povero. Abbiamo danneggiato così orrendamente il pianeta e lo spirito che sarà  necessario che lo colmiamo di tutti i nostri doni per guarirlo. Colmare di doni deriva dalla gratitudine. Quindi il migliore investimento che puoi fare con i tuoi soldi è generare gratitudine. Non importa se la gratitudine non ti riconosce come il donatore. In fondo, l’oggetto più appropriato della nostra gratitudine è il Donatore di tutti i nostri doni, del nostro mondo e delle nostre vite.

Per essere pronti per questo tipo di economia e per vivere oggi nel suo spirito, invece di investire denaro con lo scopo di guadagnarne di più, noi spostiamo la messa a fuoco sull’investimento usando il denaro accumulato come il dono che in effetti è: un dono del mondo vecchio a quello nuovo, un dono degli antenati al futuro. E ‘ analogo ai doni della vita, al latte della mamma, al cibo, alle stimolazioni sensoriali che ci hanno fatto diventare adulti, che abbiamo ricevuto per poter entrare nell’età adulta e dare a nostra volta questi doni. La questione, quindi, è come usare il denaro con la consapevolezza del dono. Se non sei un investitore, allora la faccenda è questione di guadagnarsi la vita onestamente.

 

VECCHI ACCUMULI DI DENARO PER NUOVI SCOPI

La domanda :”Cosa fanno le persone ricche con il denaro che hanno accumulato ?” suggerisce una domanda più ampia: “cosa abbiamo a che fare noi come società con la ricchezza accumulata in migliaia di anni ?” Cosa accadrebbe se questa ricchezza, presto o tardi, andasse a finire in niente ? Torniamo al significato del denaro. Cos’è che si accumula esattamente, in questi grandi accumuli di denaro ? Il denaro è un talismano rituale con il quale dirigiamo le attività e le intenzioni umane. Quelli che possiedono un accumulo di denaro, hanno a loro disposizione, il potere di organizzare il lavoro e decidere come si lavora nella società. L’aumento di denaro può avvenire solo a spese dell’ambito non monetario, ma il dispendio di denaro può restaurare questo ambito solo quando il dispendio non è un investimento che punta a mercificare i beni comuni naturali o sociali. Il denaro può essere usato per comprare macchinari per disboscare le foreste; altrettanto può essere usato per preservare e custodire le foreste. Il primo utilizzo è per creare denaro,il secondo è per distruggere il denaro ( poiché non genera successivi introiti e servizi). In un modo o nell’altro, il denaro accumulato ha il potere di coordinare l’attività umana su larga scala. L’immagine di noi seduti su una montagna di denaro accumulato in secoli di sfruttamento è particolarmente rilevante per la generazione del baby boom,  l’ultima ad essere nata allo zenith della nostra civiltà. Loro hanno un piede nel mondo vecchio e uno in quello nuovo. Hanno accesso ( molti di loro) al cumulo di ricchezza del vecchio mondo ma sono abbastanza giovani per poter allineare la loro consapevolezza con quello nuovo. La mia generazione, chiamata generazione X, è diversa. Molti di noi, perfino quelli che vengono da famiglie benestanti, non hanno mai avuto un piede nel vecchio mondo. Intanto che diventavamo adulti, era così evidente la bancarotta che non potevamo certo pensare di far fortuna qui. Per chi è diventato adulto negli anni 1960 o 1970, era ancora possibile credere in un progetto di ascesa, ancora possibile pensare di passare alla Storia: conquistando lo spazio, , conquistando l’atomo, padroneggiando l’universo sopra e sotto. Immagino che se fossi nato nel 1957 invece che nel 1967 ( o se mio padre non mi avesse dato da leggere Silent Spring, 1984,e Storia del Popolo degli Stati Uniti) avrei seguito il Programma e sarei diventato un professore universitario di Matematica in una qualche università. Ma non è andata così. Quando sono diventato grande negli anni ’80, la nostra storia non era più irresistibile. Io e altri milioni come me, eravamo in sostanza finiti, fuori gioco. Certo io sto ampiamente generalizzando, ma c’è del vero quando si dice che i ragazzini degli anni ’50 e ’60 sono diventati programmatori miliardari per Microsoft e i ragazzini degli anni ’70 e ’80 giocano con Linux. Questo non è da imputarsi a nessuna caduta morale dei miliardari di Microsoft ! A quell’epoca era ancora possibile per un dinamico e visionario ventenne appassionarsi a quello che sarebbe accaduto nell’industria del software. Lo stesso dicasi per le istituzioni centrali della politica, dell’accademia, delle arti, della medicina, e così via. Ovviamente, perfino l’inevitabile svelamento della storia dell’Ascesa era visibile a chi aveva occhi per vedere, così com’era stato evidente ai mistici di migliaia di anni fa. Per la maggioranza, tuttavia, le crisi erano ancora troppo lontane, l’ideologia del dominio umano era troppo radicata per impedirgli di partecipare totalmente al progetto dell’Ascesa.

Le dinamiche sociali di cui parlo sono in parte un tipico fenomeno americano, ma io credo possano essere generalizzate al mondo che è sulla soglia di una nuova epoca. Come gli americani baby boomers, il mondo siede in cima a una gran  catasta di ricchezza, che è il risultato di ciò che è stato prodotto da diecimila anni di cultura e tecnologia. Abbiamo una potente infrastruttura industriale; abbiamo strade e aereoplani, abbiamo un vasto apparato già in esistenza, che per anni è stato al servizio dell’espansione umana e della conquista della natura. E’ arrivato il momento di trasformare gli strumenti di separazione, dominio e controllo in strumenti di riunione e di guarigione del mondo. Proprio come i baby boomers o gli eredi di grandi fortune possono indirizzare la loro ricchezza verso bellissimi scopi e non preoccuparsi che la ricchezza sia qualcosa di contaminato fin dalle sue origini, altrettanto noi abbiamo l’opportunità e la responsabilità di usare i frutti accumulati col nostro dominio della Terra in un modo bellissimo. Ciò è vero anche per quanto riguarda le tecnologie più odiose e sfruttatrici – quali l’ingegneria genetica e la fissione nucleare – che si sono appropriate del controllo di tutto dall’alto pinnacolo della loro hubris ( tracotanza). Nell’età dell’interesse, che è l’età della crescita, la forza principale che motivava e stava dietro a ogni tecnologia era quella di aprire nuovi spazi per la conversione della ricchezza naturale o sociale in denaro. L’ingegneria genetica ha reso il genoma sfruttabile come risorsa naturale, proprio come il motore a vapore ha permesso di scavare le miniere di carbone e l’aratro di ferro di dissodare i terreni. Cosa diventerà la tecnologia quando sarà dedita allo scopo opposto – la riparazione della salute del pianeta ? Quando l’umanità intera farà lo stesso salto di consapevolezza che molti individui hanno affrontato in questi ultimi decenni, e che li ha espulsi da Matrix, chissà a quali scopi si dedicheranno le nuove tecnologie del profitto ? Quando l’umanità non sarà più sotto la compulsione a crescere, noi trasformeremo la nostra ingenuità collettiva e le conoscenze accumulate, le informazioni, le tecnologie in una direzione di allineamento con la consapevolezza ecologica, la connessione di tutto con tutto e la cura. Questo non significa che la tecnologia non cambierà. Le tecnologie che sono dominanti oggi si ridurranno ad applicazioni marginali, mentre le tecnologie marginali, incluse quelle dismesse o ridicolizzate al giorno d’oggi, saranno in primo piano. Sia che si tratti di tecnologie che di denaro accumulato noi siamo sicuri che non lo useremo nel vecchio modo: come uno strumento per portare più separazione dalla natura o più ricchezza finanziaria. Per questo io suggerisco il concetto di usare il denaro per distruggere il denaro. Con questo intendo dire, usare il denaro per curare e proteggere i beni comuni naturali, sociali e spirituali con cui il denaro è stato creato. Questo ha l’effetto sia di affrettare il collasso che di mitigarne la gravità. Il denaro-usura è sottoposto all’imperativo del cresci-o-muori. Ogni elemento di mercificazione del capitale sociale e naturale che noi abbiamo perpetrato al di là di ogni limite affretta la fine del denaro-usura; “affama la belva”. Il regno in cui i beni e i servizi monetizzati possono espandersi si contrae. Ogni foresta che salveremo dal diventare assi di legno, ogni pezzo di terra che sottrarremo allo sviluppo, ogni persona a cui insegneremo a curare se stessa e gli altri, ogni cultura indigena che proteggeremo dall’imperialismo culturale è un posto in meno che il denaro potrà colonizzare. Gli sforzi dei liberali e dei riformatori, sebbene impotenti a fermare la Macchina, non sono stati vani. I limiti all’inquinamento, per esempio, hanno impedito che almeno una porzione dei cieli fosse convertita in denaro. Le norme che regolano il lavoro hanno impedito che almeno una parte del benessere dei lavoratori fosse convertita in in denaro. Il movimento contro la guerra ha reso la guerra un affare meno conveniente. Le critiche dell’ala destra alla tutela dell’ambiente, del lavoro, delle politiche contro la guerra sono corrette – perché queste cose fanno male alla crescita economica. Se io vado in una cultura indigena e li convinco che l’agricoltura di sussistenza è degradante e primitiva e ad andare a lavorare in fabbrica e unirsi all’economia di mercato, allora il Pil sale e ho creato “un’occasione d’investimento”. Se d’altro canto io convinco la gente ad abbandonare i loro lavori ben pagati e a tornare alla terra, allora il Pil crolla. Se io creo una comunità dove non si paga più per badare ai bambini ma invece cooperando ognuno bada i bambini degli altri, allora il Pil cade. Se ho successo nel proteggere il santuario naturale dell’Alaska dalle trivellazioni di petrolio, allora dieci miliardi di dollari non si materializzeranno mai. Questo intendo quando dico usare il denaro per distruggere il denaro. A volte gli attrezzi del padrone possono smantellare la casa del padrone. Un altro modo di vedere tutto ciò è che tutti questi sforzi per proteggere un porzione di un bene comune, ci fanno toccare il fondo nel quale dobbiamo cadere prima che la trasformazione in un nuovo mondo prenda forma. Uso la terminologia della cura delle dipendenze da sostanze non per caso. Le dinamiche del denaro-usura sono dinamiche da drogati che richiedono ogni volta una dose maggiore di beni comuni per mantenere la normalità, trasformando sempre più basi del benessere in denaro per farsi “una pera”. Se avete un amico tossicodipendente, non potete far niente per offrirgli aiuti nei modi consueti, se non dargli soldi, un’altra auto per rimpiazzare quella che ha sfasciato o un lavoro per rimpiazzare quello che ha appena perso. Tutte queste risorse verranno ingoiate nel buco nero della tossicodipendenza, lo stesso accade ai nostri politici con i loro sforzi per prolungare l’età della crescita. Grazie agli sforzi di generazioni di persone che hanno avuto un buon comportamento noi avremo ancora una porzione della nostra eredità divina. C’è ancora qualcosa di buono nella terra, ci sono ancora foreste sane qui e là, ci sono ancora pesci in alcune parti dell’oceano, ci sono ancora culture che non hanno venduto completamente la loro salute e creatività. Ciò che rimane del capitale sociale, naturale e spirituale è ciò che ci traghetterà attraverso la transizione e formerà le basi su cui curare il mondo. Se sei un investitore è arrivato il momento di concentrarti interamente sulla creazione di connessioni, sul far nascere gratitudine e sul reclamare e proteggere i beni comuni. Il tempo della mentalità accumulatrice di ricchezza è finito. Preservare la ricchezza fa venire in mente un esercito di ratti che saltano uno sulla schiena dell’altro per cercare di raggiungere l’albero maestro della nave che affonda. Invece essi potrebbero cooperare per mettere insieme i pezzi e costruire una zattera che tenga il mare. Abbiamo davanti un lungo viaggio.

IL GIUSTO MODO DI GUADAGNARSI DA VIVERE

Gli stessi principi che si applicano all’investimento giusto si applicano al giusto modo di guadagnarsi la vita, infatti sono le due facce della stessa medaglia. Se il giusto investimento usa il denaro come dono per sostenere la creazione di un mondo molto più bello, il giusto modo di guadagnarsi la vita accetta questo dono mentre fa il suo lavoro. Gli impiegati, nel modo tradizionale di fare, ricevono denaro per aiutare il regno della monetizzazione ad espandersi. Lo facciamo per guadagnare denaro, dobbiamo partecipare alla conversione di ciò che è buono, vero e bello in denaro. Questo perché il sistema del credito monetario, alla fine dà denaro a chi crea nuove merci e servizi ( o lo prende da quelli che li hanno creati) . Un sistema basato sull’interesse monetario esercita una pressione sistemica per convertire i beni comuni in denaro, e la remunerazione più alta va a chi ne converte di più. Vuoi diventare ricco ? Inventa una macchina che taglia gli alberi più in fretta. Crea una campagna pubblicitaria che persuada tutte le altre nazioni a bere la Coca Cola invece delle bevande locali. Vedendo cosa fa l’economia globale, molti giovani non vogliono prendere parte a tutto questo. Ricevo continuamente lettere da loro :”non voglio far parte di questo. Voglio fare ciò che amo in un modo che non faccia male a nessuno. Ma non si guadagnano soldi facendo così. Come faccio a sopravvivere? Come puoi sopravvivere, per non dire dell’accesso a larghe quantità di ricchezza per fare grandi cose, in un mondo che ricompensa la distruzione proprio delle cose che tu vuoi creare ? Fortunatamente, ci sono persone oggi che vi daranno il loro denaro per creare cose che non creeranno più denaro. Precisamente queste sono le persone (o organizzazioni o perfino governi)  che seguono lo spirito del “giusto investimento” come detto sopra. Certo vivere della carità altrui non è una soluzione se altri devono lavorare tutti più duramente al business della distruzione per guadagnare denaro da dare a voi. Comunque, io ho osservato che l’umanità possiede vasti serbatoi di ricchezza in molte forme, derivanti dall’accumulazione di secoli di sfruttamento, che possono ora essere usate per altri propositi, per es. preservare e restaurare il capitale sociale, naturale culturale e spirituale. Fare in questo modo non creerà maggior  denaro, quindi chiunque paghi per queste attività avrà fatto, in definitiva, un dono. In altre parole la chiave per un “giusto modo di guadagnarsi da vivere” è vivere dei doni. Questi possono arrivare in forme sottili. Per es. vendi prodotti del commercio equo-solidale. Quando qualcuno ne compra uno, a parecchi multipli di differenza di quel che costerebbe un prodotto di maglieria industriale, la differenza di costo è essenzialmente un dono. Lo stesso è vero se il tuo lavoro è installare pannelli solari o costruire ripari per i senza tetto. Molti tradizionali lavori di servizio sociale, come il lavoro sociale, l’insegnamento e così via, condividono l’energia del dono fino a quando non contribuiscono a rendere più efficiente la macchina che divora la terra, per es. insegnando ai bambini ad essere efficienti produttori e spensierati consumatori. La fonte del denaro può essere un acquirente, una fondazione o perfino il governo. Ciò che lo rende dono è la motivazione – che non deve essere quella di avere il prezzo più basso o produrre una quota maggiore di denaro di ritorno. L’impiego tradizionale è esattamente l’opposto . Ti pago un salario, faccio profitti sulla tua produttività di merci e servizi vendibili,  e questi profitti sono molto più alti del tuo salario. L’impiego tradizionale aiuta la conversione del mondo in denaro.  In modo sottile, ogni sforzo che restringa il regno del denaro tende al dono. Se tu offri corsi ri-professionalizzanti, prepari dei terapeuti olistici o insegni la permacultura, stai, in definitiva, restringendo il regno delle merci e dei servizi. Fare la tracciatura del denaro che ricevi da questi sforzi fino alle sue origini, arrivi da qualche parte dove qualcuno ha fatto un “cattivo investimento”, violando il principio che oggi governa la creazione di denaro : “Il denaro va a chi è capace di moltiplicarlo”. Ma non è un caso che ci sia ben poco denaro da guadagnare nel trasformare la vita e il mondo in denaro. Se tu ci tieni ai principi, devi dire che la giusta sussistenza sta nel mezzo. Se impieghi il tuo tempo, la tua energia e altre doti in qualcosa che fa progredire, preserva o restaura alcuni aspetti dei beni comuni, il denaro ( o altri doni di ritorno) non richiede più la distruzione della natura e delle persone. O per dirla in modo più semplice, fa bene ad altri esseri senza distruggerne altrettanti. Io, comunque non vivo di principi, né consiglio di farlo. Avrei potuto calcolare i costi e benefici nello stampare questo libro ? Uso la polpa del legno degli alberi da una parte, dall’altra può ispirare le persone a creare un sistema eco-sostenibile. Le persone sono abituate ad organizzare le loro scelte secondo i loro principi, se le cose non combaciano, cambiano i principi, fingendo di averli mantenuti inalterati. Quindi quando si tratta di giusta sussistenza, io credo a ciò che sento buono e giusto. E allora, potreste chiedere, che succede se io  sento buono e giusto vendere dentifrici o lavorare per una società finanziaria o progettare armi nucleari ? Io risponderei, allora fallo. In primo luogo perché non appena la tua consapevolezza del mondo cresce, non sentirai più buono e giusto questo lavoro. In secondo luogo perché imparerai a credere in ciò che senti e questo continuerà a guidarti anche quando verrà il momento di lasciare quel lavoro e fare qualcosa di coraggioso. Terzo perché negare ciò a cui tu aneli dentro di te per tener fede ai principi fa parte della storia dell’Ascesa e del superamento della natura. L’idea che i nostri desideri siano male,che dobbiamo tenerli a bada per poter conquistare qualcosa di più grande è il modo in cui l’Ascesa si riflette in noi. E’ lo stesso tipo di organizzazione mentale che frena la generosità perché cosa succede se non posso permettermela ? La fiducia in sé che io rivendico è inseparabile dalla premessa di base di questo libro, contenuta nel Capitolo 1 : siamo nati nella gratitudine, nel bisogno e nel desiderio di dare. In altre parole credi che il nostro vero desiderio non sia quello di trasformare il mondo in denaro. Credici che vuoi fare delle cose bellissime nella tua vita. Nella giusta sussistenza quindi, io suggerisco che dobbiamo orientarci verso i nostri bisogni e verso il nostro desiderio di dare. Suggerisco di guardare il mondo con gli occhi di chi si chiede: ” Quali opportunità di dare mi si presentano qui ?” e “ Qual’è il modo migliore di dare i miei doni ?” Conserva questa intenzione nella tua mente e ti si presenteranno inaspettate opportunità. Presto ogni situazione in cui non dai i tuoi doni per qualcosa di buono, ti risulterà intollerabile. E’ OK se “ ciò che senti giusto e buono” è mantenere la tua famiglia. La chiave di volta è l’attitudine al servizio. Se tu ti metti a colpevolizzarti per la giusta sussistenza, è probabile che tu finisca per produrne una versione finta. Alcune organizzazioni non governative (ONG) non sono altro che enormi progetti futili, modi elaborati per consentire alla gente un’auto-approvazione. Tutto questo è egocentrismo. Lo scopo della giusta sussistenza non è che tu abbia un’immagine positiva di te. Le persone che lo fanno per questo scopo manifestano il loro livello di difesa, la loro bigotteria e la loro ipocrisia. Lo scopo della giusta sussistenza è dare le tue energie per qualcosa che ami. Il concetto dovrebbe essere una liberazione, non un fardello morale, non un’altra cosa che ci si aspetta che tu faccia per essere considerato buono. Per entrare più a fondo nel concetto di giusta sussistenza, mettiti al servizio ogni giorno. Credi al tuo desiderio di dare, ricordati quanto ti fa sentire bene e sii aperto alle opportunità di farlo, specie quando richiedono coraggio. E se sono oltre i limiti del tuo coraggio, non tormentarti. Le paure che bloccano il tuo dare non sono un nemico. Costituiscono un nucleo di sicurezza. Quando diventiamo grandi le paure che prima ci proteggevano, diventano limitanti e diventiamo impazienti e vogliamo essere liberi. Questa impazienza ci porta un nuovo coraggio. Oggi questo processo di crescita coinvolge l’umanità intera. Il programma dell’Ascesa, che una volta ci sembrava giusto e buono – estendere i confini della scienza, conquistare l’universo, trionfare sulla natura – non ci appaiono più giusti poiché le conseguenze di queste ambizioni sono diventate troppo dolorose per poterle ignorare. Siamo entrati collettivamente in una  fase di crisi, in cui il vecchio è intollerabile e il nuovo non è ancora palese ( almeno non come visione comune, sebbene lo sia invece per molti individui). Quindi quando viene il momento della giusta sussistenza o del giusto investimento  facciamolo in modo tenero. Per noi e per gli altri, crediamo al nostro desiderio di dare e crediamo al processo naturale di crescita che ci spinge verso questa meta. Invece di metterci a colpevolizzare noi stessi e gli altri ( e  creare resistenza verso la  nostra presunta santità) possiamo offrire opportunità e incoraggiamento a dare e possiamo essere generosi semplicemente cominciando ad apprezzare e riconoscere i doni degli altri. Possiamo vedere gli altri non come egoisti, avidi, ignoranti, pigri, che “non ce la fanno proprio” ma piuttosto come esseri divini che desiderano dare; possiamo vederli così e parlare con loro e  sapere fortemente che la nostra conoscenza servirà come un invito a noi e agli altri a fare un passo dentro questa verità.

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